
La giornalista Lisa Cornish ha intervistato per Devex, Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, durante una recente visita a Kuala Lumpur.
La premessa della lunga intervista
Negli ultimi anni, una cultura di apertura nei confronti dell’“altro” è stata sostituita dalla paura del terrorismo e dalla xenofobia. Temendo per l’impatto che questo avrà sulle vite dei più vulnerabili, in un contesto globale molto difficile e delicato, la Croce Rossa italiana ha sviluppato programmi che si concentrano sulla consapevolezza culturale e strategie per alimentare per l’inclusione sociale.
La situazione in Italia
L’intervista inizia con un’analisi della situazione in Italia e su come sia cambiato l’atteggiamento verso i migranti. “La Croce Rossa italiana – spiega Francesco Rocca – fornisce assistenza a centinaia di migliaia di persone che arrivano in Italia. Abbiamo volontari e personale che si adoperano per tutte le necessità, si occupano della salute, dell’istruzione e danno tutto il supporto necessario. Siamo anche focalizzati sull’inclusione sociale. Lavoriamo con i comuni per creare tutte le condizioni all’interno delle comunità per l’accettazione delle persone che hanno bisogno di protezione umanitaria. Ma proprio questo comporta la nostra sfida più grande. La xenofobia, la paura dei rifugiati, infatti, sta aumentando in Italia. Gran parte della paura è la causa degli attacchi terroristici in Europa. Unita alla xenofobia, questa situazione è inaccettabile e viene cavalcata dai politici per il proprio tornaconto”.
Il ruolo dei media
Il presidente di CRI prosegue ricordando in che misura i media veicolino stereotipi negativi. Fornisce un esempio sulla manipolazione delle notizie e ricorda che, parlando con un giornalista italiano sulla siccità nel Corno d’Africa dove sono in pericolo 20 milioni di persone, ha visto poi uscire un articolo dal titolo: “20 milioni sono pronti a lasciare l’Africa per l’Europa”. Rocca, perciò, sottolinea come questo renda più difficile l’attività e come sia necessario, trattando le questioni umanitarie, avere più attenzione alle parole che si usano, per non creare panico e paura e dare il giusto e corretto messaggio.
L’assenza dell’UE
Francesco Rocca ricorda poi l’assenza dell’appoggio dell’Unione Europea circa le politiche di accoglienza in Italia: “Questo è sicuramente un problema. Vorrei dire francamente e apertamente che, dal punto di vista italiano, i politici stanno usando la mancanza di azione dell’Unione Europea come l’ennesima arma contro i poveri immigrati. Invece di combattere o criticare il sistema, si utilizzano i migranti come strumento per creare paura. Stiamo lavorando in condizioni difficili e facciamo il meglio che possiamo. Solo un esempio, ci aspettavamo che circa 30.000 rifugiati venissero trasferiti in Europa, ma solo 3.000 sono stati mossi dall’Italia. I nostri centri sono al collasso in questo modo”.
Strategie di corretta comunicazione
Il presidente di CRI racconta, poi, in che modo nei centri della Croce Rossa Italiana si lavori sull’istruzione: “I migranti devono conoscere la lingua e la cultura del nostro Paese, per potersi integrare e trovare lavoro. Inoltre, l’Associazione lavora con la società civile e con i giovani volontari, fornendo agli studenti le giuste informazioni sui migranti e sui rifugiati. Devono capire perché queste persone hanno lasciato il loro paese e perché sono qui a cercare un sostegno”.
L’impegno di CRI per l’inclusione sociale
“La crescente negatività verso i migranti – continua Rocca – ha avuto un impatto sulla raccolta di fondi, ma nonostante ciò siamo impegnati a continuare il nostro lavoro. E, stranamente, i volontari del settore aumentano continuamente. Questo è difficile da spiegare, ma è importante per noi affrontare l’inclusione sociale. E questa è attualmente una priorità per il nostro lavoro. L’impegno con le scuole sta creando un cambiamento. C’è bisogno di insegnanti dalla mentalità aperta, di politici e di sindaci aperti. Dal punto di vista della Croce Rossa, la protezione della dignità di ogni essere umano è indiscutibile. Il governo verifichi chi siano i soggetti ad aver bisogno di protezione. Ma, in ogni caso, la dignità di ogni persona deve essere rispettata”.
Le sfide future
Francesco Rocca afferma che le sfide future sono di carattere finanziario, perché in Europa ancora si sentono gli strascichi della crisi economica degli ultimi sei anni. La Croce Rossa sta cercando di fare la sua parte, ma i problemi sono grandi.
La sfida attuale
Rocca, però, chiude ribadendo che prima di tutto quello che è importante è il messaggio giusto che viene lanciato sul tema: “Questo è il nostro obiettivo ora. Ciò che affrontiamo non è una crisi, è un ‘fenomeno’. Se lo trattiamo come una crisi non possiamo rispondere in modo efficace. E per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo costruire la speranza, per un futuro migliore, per le famiglie e per i bambini. In questo ‘fenomeno’ c’è poca speranza. E adesso dobbiamo concentrarci sull’inclusione sociale per farla rinascere”.