
Famiglia Cristiana ha intervistato Francesco Rocca sulla delicata situazione in Siria, partendo dalla domanda circa l’effettiva cessazione del conflitto, annunciata per il febbraio del 2018. “Sei anni di atrocità” è l’apertura del pezzo che, poi, elenca gli agghiaccianti dati: sono circa 400 mila i morti, infatti, dall’inizio della guerra e 12 milioni i profughi, quasi la metà di tutta la popolazione.
Il 2018 sarà l’anno in cui ricostruire la pace
“Certamente il 2018 sarà l’anno in cui cominciare a pensare di ricostruire la pace, a partire dalle macerie umane”, questa la prima considerazione del neoeletto presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), il quale sottolinea come il ruolo dei volontari sarà fondamentale per la riconciliazione del popolo siriano.
Riconoscere la neutralità dei soccorritori
Il pezzo ricorda che la prima missione di Rocca dopo l’elezione è stata proprio a Damasco, lo scorso dicembre. Un Paese, la Siria, in cui i volontari hanno pagato un tributo altissime in termini di vite umane: 73 morti, dei quali 65 della Mezzaluna Rossa siriana e 8 della Mezzaluna Rossa palestinese. “E’ un dato gravissimo – afferma Francesco Rocca – in guerra non si riconosce più la neutralità dei soccorritori”.
L’incontro con il nunzio apostolico
A Damasco, sottolinea l’articolista del giornale cattolico, Francesco Rocca ha incontrato, tra gli altri, il nunzio apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari. Il presidente IFRC spiega che la Mezzaluna siriana è esempio lampante di come le guerre non abbiano niente a che fare con la religione. La Consorella, infatti, è costituita da giovani di tutte le fedi: musulmani sunniti, alawiti, cristiani cattolici e copti. “Un esercito di 7800 volontari – chiude Rocca – che hanno scelto di servire il loro Paese non imbracciando il fucile ma prendendosi cura dei concittadini sofferenti”.
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