
Il coraggio non può essere contraffatto, è una virtù che sfugge all’ipocrisia. E di certo, Sorella Cibrario di coraggio ne aveva da vendere, tanto quanto era sprovvista di ipocrisia, in quanto schietta, trasparente, diretta. Voglio raccontarvi di lei. Questo il mio addio alla decana delle Infermiere Volontarie e Medaglia d’Oro al Merito della Croce Rossa Italiana.
Una vita per la Croce Rossa
Giuliana Simondetti Cibrario, 102 anni, si era arruolata appena ventenne, per prendersi cura dei soldati. Un esempio senza tempo di coraggio, dedizione, passione per i nostri Principi e per l’Emblema. Tanti i racconti di questa straordinaria donna, ma uno mi colpì sempre, il principio di tutto: Il 9 giugno 1940 Sorella Cibrario partì con un gruppo di 9 Crocerossine da Torino. Le prime a partire per la guerra. Dopo un lungo viaggio in treno giunsero sulla nave Gradisca e venne fornita loro una piastrina di riconoscimento, oggetto che custodì gelosamente fino alla fine, perché rappresentava, ripeteva sempre, “un impegno serio, da difendere fino alla fine”. La decana delle Crocerossine ricordava nomi e cognomi di tutti i soldati assistiti in quei drammatici momenti, a distanza di oltre 50 anni, nonché la loro sofferenza e la loro fine.
L’incontro in tv dopo 60 anni con un soldato sopravvissuto
Parlava spesso anche della sorpresa che le avevano fatto in una trasmissione tv: un soldato la cercò per 60 anni per ringraziarla delle cure fino a che, attraverso gli autori televisivi, si incontrarono a Piazza Italia, la trasmissione RAI condotta da Magalli.
Il ricordo dei drammi della guerra
Tante anche le memorie del periodo bellico. Una macchina da cucire sul ponte, per ottimizzare quanto possibile quel poco che avevano: da due pigiami, ad esempio, se ne otteneva uno. Lei riverniciò anche le targhette di ogni letto, con numeri che corrispondevano alle scialuppe dove ognuno sarebbe dovuto andare in caso di abbandono nave. Si trovava sulla nave Aquileia, piena di feriti, con una sporcizia tale e blatte persino nella sala operatoria. Dormì sul ponte per molte notti, non si spogliava mai. Rammentava che quella notte, nel pieno spirito della Croce Rossa, raccolsero naufraghi tedeschi sul golfo di Gaeta e li salvarono.
Le condoglianze a nome dei volontari di Croce Rossa
Lei rimase su quella nave fino alla fine, così come è rimasta in servizio attivo nella Sede CRI di Torino fino all’età di 96 anni. A nome della Croce Rossa Italiana, voglio esprimere la vicinanza alla famiglia e promettere che il suo esempio di abnegazione sarà un faro immortale, non solo per le sue amate Sorelle del Corpo delle Infermiere Volontarie, ma per tutte le volontarie e i volontari della nostra Associazione.