Il numero annuo delle persone bisognose di assistenza umanitaria a causa di catastrofi climatiche potrebbe raddoppiare entro il 2050: il dato emerge dal nuovo rapporto della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), che ho presentato a New York in vista del vertice sul clima delle Nazioni Unite del prossimo 23 settembre.
Il costo di non fare nulla
“Il costo di non fare nulla”è il titolo del report nel quale si stima che a causa di tempeste, siccità e inondazioni, il totale delle persone colpite potrebbe superare i 200 milioni all’anno, rispetto ai 108 milioni di oggi. Tale realtà comporterebbe un enorme impegno finanziario, con costi umanitari legati al clima che saliranno a 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, nello scenario più pessimistico.
L’impatto sulle popolazioni più vulnerabili del mondo
Questi risultati confermano l’impatto che il cambiamento climatico sta avendo e continuerà ad avere sulle popolazioni più vulnerabili del mondo. Il report dimostra anche i problemi che l’aumento delle catastrofi legate al clima potrebbe causare ed evidenzia i costi chiari e spaventosi del ‘non fare nulla’. Ma, soprattutto, ribadisce che invece c’è la possibilità di fare qualcosa. Dobbiamo agire con urgenza, investendo nell’adattamento climatico e nella riduzione del rischio delle catastrofi, anche attraverso gli sforzi per migliorare l’allerta tempestiva e le azioni umanitarie preventive: soltanto così il mondo potrà evitare un futuro segnato dall’aumento della sofferenza e dei costi della risposta umanitaria”.
E’ il momento di agire, ora!
Il testo dimostra che siamo di fronte a una scelta netta: attraverso azioni che privilegiano lo sviluppo inclusivo e rispettoso del clima, il numero di persone che necessitano di assistenza umanitaria internazionale potrebbe arrivare a 68 milioni entro il 2030 e, addirittura a 10 milioni, entro il 2050, con una diminuzione del 90% rispetto ad oggi.
Per scaricare il rapporto completo www.ifrc.org/costofdoingnothing