
Partendo dalla cronaca dei disordini dovuti alla protesta dei profughi del centro di Cona, vicino Venezia, il quotidiano capitolino ha voluto fare il punto con Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, sulla difficile situazione di sovraffollamento dei centri di accoglienza dei profughi in Italia, fornendo numeri allarmanti
I disordini
Solo nello stesso centro veneto (struttura concepita per ospitare 15 persone e che oggi ne conta circa 1500) dall’inizio dell’anno sono state 4 le rivolte dei profughi, che lamentano le condizioni difficili. Ma in Italia certo questo non è un caso isolato. A Bari, la settimana scorsa, altri scontri con feriti, anche tra le Forze dell’Ordine. Ancora disordini a Cassano delle Murge e Catanzaro.
I numeri del fenomeno
Sono stati 176.554 i migranti accolti nel nostro Paese al 31 dicembre del 2016. E sono già 83.360 quelli giunti quest’anno, con un aumento del 18,71% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Il sistema di accoglienza, basta leggere questi numeri, è evidente che sia in sovraffollamento. E al di là delle pianificazioni nazionali – spiega Rocca al Messaggero – il problema è dei ricollocamenti in altri Paesi UE, previsti ma mai effettuati. Se ciò fosse avvenuto avremmo molti posti utili. La grande responsabilità è dell’Europa che ha lasciato l’Italia da sola. Sono troppi gli sforzi che sta compiendo la nostra Nazione”.
La proposta conclusiva del Presidente di CRI
“I disagi più evidenti e forti – conclude il Presidente di CRI – si verificano nei centri più grandi. Le persone non possono essere tenute a lungo nelle tendopoli, quelle sono situazioni temporanee. E’ qui che si registrano le criticità maggiori. I numeri ci impongono di pensare a soluzioni diverse, con l’apertura di più centri di piccole dimensioni”.
Photo by Emiliano Albensi/Croce Rossa Italiana