
Il punto di vista di Francesco Rocca, presidente di Croce Rossa Italiana, sul suo blog di Huffington Post, in merito alle polemiche sull’operato delle Organizzazioni non governative (ONG) nei salvataggi in mare: i veri colpevoli non sono le ONG, ma chi si gira dall’altra parte.
La polemica
Dalle colonne del suo blog su Huffington Post, Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, interviene in merito alle vive polemiche relative alle indagini di alcuni pm sui salvataggi in mare delle ONG – Organizzazioni non governative, ribadendo in apertura che la Croce Rossa è fiera di quanto ha fatto finora nel Mediterraneo. “Taxi del Mediterraneo. Fiancheggiatori degli scafisti. Ruolo oscuro nei viaggi della speranza. Ormai non esiste più un limite – sottolinea Francesco Rocca – alle parole che certa politica e certa stampa possono usare: sembra quasi una gara a chi la spara più grossa”.
I salvataggi in mare
Il presidente di CRI prosegue spiegando che il salvataggio di vite in mare, oltre a essere un imperativo umanitario, è un obbligo sancito dalla legge del mare e dai trattati internazionali. E ribadisce che la Croce Rossa è orgogliosa di aver lavorato a bordo delle navi MOAS da giugno a dicembre 2016, perché quello che conta sono i dati. In quei mesi, infatti, più di novemila migranti sono stati tratti in salvo e i volontari CRI a bordo delle navi Phoenix e Responder hanno fornito piena assistenza sanitaria e umanitaria.
Lo spirito di CRI
“Sì eravamo in mare a salvare esseri umani e sì lo rifaremmo senza problemi. Anche se fosse per salvare una sola vita umana – rimarca Rocca – noi vorremmo stare lì. E nel caso ci fossero altre organizzazioni umanitarie, noi saremmo pronti a sostenere il lavoro di chiunque si metta a disposizione di chi è in condizione di vulnerabilità, senza se e senza ma”.
Gli ultimi dati dei flussi migratori
Il presidente di CRI fornisce poi gli ultimi dati dell’Organizzazione Internazionale delle migrazioni. Numeri inquietanti: dall’inizio dell’anno, infatti, sono 1089 le persone morte nel Mar Mediterraneo. “1089 vite uccise dall’indifferenza – denuncia Rocca – dall’ignavia, dall’alone di normalità che avvolge ogni tragica segnalazione di nuove morti in mare. Troppe volte queste notizie diventano solo dei trafiletti, mentre c’è chi addirittura attacca le ONG che lavorano per salvare esseri umani”.
La risposta di Rocca alle accuse
Il presidente di Croce Rossa invita ad occuparsi del problema concreto, quello di salvare le vite umane. “Sono anni che, inascoltati, continuiamo – ricorda Francesco Rocca – a chiedere vie di accesso sicure e legali per chi scappa da guerra, fame, disperazione, insicurezza sociale. Sono anni che chiediamo accesso umanitario incondizionato in zone di crisi e di guerra. Sono anni che poniamo l’accento sull’importanza di aggredire le cause delle migrazioni, invece di preoccuparsi solo dell’ultima parte della questione, ovvero dei viaggi in mare”. Servirebbe, dunque, un lavoro concreto a livello nazionale ed europeo per affrontare i flussi migratori.
L’umanità al centro
“Invece di cercare qualche voto in più fomentando la xenofobia e inventando complotti tra ONG e trafficanti – conclude Rocca – si agisca concretamente per il rispetto della dignità dell’essere umano. Invece di stringere accordi con i paesi confinanti per chiudere il flusso migratorio, in Turchia come in Libia, per non vedere più il problema, ci si batta per la protezione dei migranti in ogni parte del loro percorso”. L’articolo termina con l’auspicio che l’umanità venga rimessa al centro delle politiche nazionali e comunitarie, nonché delle cronache giornalistiche. “Non sono le ONG che lavorano in mare a essere colpevoli, i veri colpevoli sono quelli che si girano dall’altra parte”.
Per leggere l’articolo