Oltre 500.000 persone in fuga dallo Stato birmano di Rakhine vivono nei campi di accoglienza di Cox’s Bazar, nel sud del Bangladesh, dove la situazione sanitaria diventa di giorno in giorno più allarmante.
Le condizioni di vita a Cox’s Bazar
Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, di ritorno da un viaggio per monitorare la situazione, ha spiegato all’Avvenire: “Queste persone scappano da violenza e morte. La maggioranza sono donne e bambini. Sono stati privati di tutto e vivono in una realtà di sovraffollamento, da un mese senza accesso ad acqua pulita o servizi igienici. Questo sta creando un grave rischio di malattie causate dall’acqua, come il colera”.
Le preoccupazioni dell’ONU
L’intervistatore scrive poi delle preoccupazioni dell’ONU anche per le migliaia di persone bloccate al confine. L’agenzia dei rifugiati delle Nazioni Unite, infatti, ha affermato che 582.000 individui in fuga sono passati in Bangladesh dal 25 agosto, segnando un salto di 45.000 persone rispetto ai 537.000 annunciati dall’ONU durante il fine settimana. “Qui manca tutto – aggiunge Rocca – dall’acqua potabile all’energia elettrica. Proviamo solo a immaginare una città più grande di Genova, formatasi in sei settimane e priva di qualunque servizio igienico o acqua potabile, elettricità. Ecco perché, come Croce Rossa Italiana, ho voluto toccare con mano, accompagnato da una rappresentanza locale della Mezzaluna Rossa, le reali dimensioni del dramma in atto, al fine di offrire l’aiuto più efficace possibile”.
Le azioni della Croce Rossa Italiana
Il presidente della Croce Rossa Italiana continua spiegando che già nei prossimi giorni l’Associazione sarà in prima linea, inviando medici e infermieri. In seguito lavorerà per fornire il supporto psicosociale, insieme alla Croce Rossa Danese e alla Mezzaluna Rossa del Bangladesh.
Photo Credit: Matteo Micucci/Croce Rossa Italiana
Per leggere l’articolo https://www.avvenire.it/mondo/pagine/banhgladesh-croce-rossa
