“A Cox’s Bazar è in corso una distribuzione di alimenti e materiale per la sopravvivenza”. Con queste parole inizia il videomessaggio di Francesco Rocca inviato oggi dal campo di Cox’s Bazar, Bangladesh, nel quale oltre 500.000 persone in fuga dalle violenze dello stato di Rakhine si sono riversate.
L’appello alla comunità internazionale
“Qui a Cox’s Bazar si sopravvive, non si vive. La prima sensazione è quella che la nostra umanità sia messa a dura prova. E’ come se una città di mezzo milione di abitanti fosse nata in poche ore. La Croce Rossa sta mettendo in campo un ospedale da campo con 100 posti letto. Medici e infermieri italiani partiranno nelle prossime ore. Si sta facendo un gran lavoro, ma non basta: qui serve uno sforzo enorme della comunità internazionale perché veramente c’è bisogno di tutto. Mancano l’acqua potabile, l’elettricità, le latrine. Si tratta di una situazione umanitaria disperata”. Spiega il presidente di CRI all’emittente nazionale.
L’impegno di Croce Rossa Italiana
Attraverso questa delegazione capeggiata da Rocca, Croce Rossa Italiana ha voluto toccare con mano, con il supporto di una rappresentanza locale della Mezzaluna Rossa, le reali dimensioni del dramma in atto, al fine di offrire l’aiuto più efficace possibile. Ed ecco perché la Croce Rossa Italiana, già nei prossimi giorni, sarà in prima linea, inviando medici e infermieri e poi lavorerà per un supporto psicosociale, insieme alla Croce Rossa danese e a quella del Bangladesh. A Cox’s Bazar, la Federazione Internazionale sta già lavorando parecchio: dalla distribuzione del cibo, ai kit igienici, dalla cucina alla fornitura di tende.