Il tema dell’odierna Giornata mondiale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite, è l’inquinamento da plastica che, ogni anno, mette a rischio gli oceani e gli habitat marini. Sappiamo quanto sia fragile l’equilibrio del nostro delicato e abusato pianeta e dobbiamo intervenire.
I numeri dell’inquinamento da plastica
Secondo i dati del programma per l’Ambiente dell’Onu (Unep), “ogni anno vengono riversati negli oceani ben 8 milioni di rifiuti plastici e ogni minuto nel mondo vengono acquistate 1 milione di bottiglie di plastica e solo una piccolissima parte di queste viene riciclata”. Il problema tocca da vicino anche l’Italia. Da recenti indagini condotte da Legambiente è emerso che “il 96% dei rifiuti galleggianti nei nostri mari è plastica”. Da questi dati risulta evidente la necessità di una sensibilizzazione al riuso e all’utilizzo di materiali diversi dalla plastica monouso.
I cambiamenti climatici
Il focus 2018 della Giornata rientra (e incide) nel ben più ampio problema, quello dei cambiamenti climatici, una tra le più importanti sfide globali del 21° secolo, la cui evidenza scientifica è, ormai, inequivocabile. La Croce Rossa da tempo fa attività di monitoraggio e sensibilizzazione, dal momento che le conseguenze dirette del fenomeno sono soprattutto ai danni dei più vulnerabili, impattando in particolar modo sull’economia dei paesi in via di sviluppo. Inoltre, i cambiamenti climatici sono una delle principali cause dei fenomeni migratori.
Le conseguenze
Si assiste ad un aumento sia della frequenza che dell’intensità degli eventi meteorologici estremi: siccità prolungate, inondazioni, frane, ondate di calore e tempeste più intense. Vi è poi una maggiore diffusione di malattie trasmesse dagli insetti come la malaria, una diminuzione della resa delle colture in alcune aree a causa di siccità estreme o rovesci e cambiamenti nei tempi e nell’affidabilità delle stagioni piovose. Infine, l’innalzamento globale del livello del mare di diversi centimetri per decennio inciderà sulle inondazioni costiere, sull’approvvigionamento idrico, sul turismo, sulla pesca, ecc. Decine di milioni di persone saranno costrette a spostarsi verso l’interno.
Il Centro Climatico della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa
Nel 2002 la Croce Rossa olandese, insieme alla Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e Mezzaluna rossa (IFRC), ha istituito un Centro climatico che sostiene le Società Nazionali nel loro lavoro per ridurre la perdita di vite umane e i danni ai mezzi di sussistenza causate dai cambiamenti climatici. Il Centro collega le comunità scientifiche e umanitarie per aiutare ad applicare le conoscenze scientifiche sui cambiamenti climatici e per allertare tempestivamente circa possibili disastri. Porta avanti programmi di salute e consapevolezza generale.
Le attività della Croce Rossa Italiana
Nel nostro Paese sono attività seguite, in particolar modo, dai Giovani della CRI, che promuovono innanzitutto stili di vita eco-friendly e human-friendly e sensibilizzano la popolazione sui rischi dei cambiamenti climatici e le sue conseguenze, coinvolgendo i giovani nella preparazione della comunità e nello sviluppo della resilienza. I volontari sul tutto il territorio nazionale, infatti, operano nelle scuole e nelle piazze, in collaborazione con le istituzioni cittadine, per veicolare messaggi chiave che, alla luce di quanto detto, sono più importanti che mai nel preparare la società a un approccio diverso. È necessario quindi partire dai bambini e dalla possibilità di educarli a un comportamento corretto che rispetti l’ambiente in cui viviamo.
Lo scorso anno, inoltre, i Giovani hanno siglato un Protocollo d’intesa con Legambiente per occuparsi ancora più da vicino della tematica ed è stato indetto il concorso “Change yourself and Ciak”, durante il quale gli studenti hanno realizzato alcuni video per diffondere il loro impegno, e che si conclude proprio oggi, in occasione della Giornata Mondiale dedicata all’ambiente.
Photo credit: Croce Rossa Italiana Comitato di Giaveno