Dall’elezione a Presidente della Federazione Internazionale alle crisi globali, dagli esordi in Croce Rossa come volontario al ruolo dei Giovani nell’Associazione. Fino ai consigli per diventare volontario. Ecco la lunga intervista di TG2 “Lavori in corso” a Francesco Rocca, presidente CRI e IFRC.

L’elezione di novembre

Da qualche mese è Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, per la prima volta un italiano. Cosa significa per lei?

E’ un orgoglio, una grande soddisfazione e, nello stesso tempo, un’enorme responsabilità. La Croce Rossa è presente in oltre 190 Paesi e attiva in tutti gli scenari di crisi e di conflitto che, purtroppo, siamo costretti ad affrontare ogni giorno, a livello globale. Si tratta di un impegno serio che porta a toccare con mano il dolore del mondo.

Le crisi dimenticate

In questo momento gli scenari difficili a livello globale sono tantissimi. Ce n’è uno, in particolare, che secondo lei è un po’ trascurato dall’opinione pubblica?

Sicuramente quello dell’area del lago Ciad, che interessa centinaia di migliaia di persone da un lato colpite dal terrorismo di Boko Haram, dall’altro da conflitti interni e, infine, anche dai cambiamenti climatici e da un’estrema povertà. Se ne parla poco, eppure è una crisi che va avanti ormai da anni e che non riceve fondi sufficienti per portare assistenza. Inoltre è anche scarsa la capacità di raggiungere le persone, visti i rischi della zona. La Somalia è un’altra area “dimenticata”. Ma sono diverse le zone in Africa in cui stiamo operando, in contesti particolarmente impegnativi e pericolosi.

Il ruolo neutrale della Croce Rossa

Siete molto impegnati anche in contesti diplomatici…

Questa è proprio una delle caratteristiche della Croce Rossa: quella di farsi portavoce dei più vulnerabili. Noi cerchiamo di bilanciare la nostra neutralità, in quanto non ci schieriamo mai nei conflitti da una parte o dall’altra, con la possibilità di avere accesso alle vittime dei conflitti. Si tratta di un ruolo unico e particolare.

Il valore del volontariato nella vita di Francesco Rocca

Lei è cresciuto con il volontariato. Quanto è stato importante per la sua formazione e per la sua vita?

Il volontariato mi ha messo a contatto con l’”altro”. Io ho avuto un’infanzia e un’adolescenza impegnativa. Ho fatto i miei errori e scelte a volte sbagliate. Ma il contatto e l’incontro con il prossimo, la capacità di chi si trova in condizioni di difficoltà di trasmettere comunque umanità è stato un qualcosa che ha permesso di cambiare completamente vita. Oggi mi trovo a rivestire una posizione che non avrei mai immaginato anni fa. La lezione che ho imparato è che l’agire bene e con consapevolezza può cambiare la vita delle persone. Questo è un qualcosa di straordinario.

L’immagine impressa nel cuore e nella mente

Di tutte le situazioni che ha visto, di tutte le crisi che ha toccato con mano, c’è un’immagine che le rimarrà impressa per sempre nel cuore e nella mente?

Sì. E’ quella di un bambino vittima di un bombardamento a Damasco, nella Grande Moschea, che venne a chiedermi aiuto perché aveva riconosciuto l’emblema che indossavo. Io stavo verificando le condizioni di alcuni sfollati. Il processo di identificazione che hanno le persone, anche i più piccoli, con il nostro emblema è straordinario: ecco perché è così importante proteggerlo. Ho sempre nella mente questo bambino che mi tirava fiducioso, non lo dimenticherò mai.

I Giovani

La Croce Rossa e i Giovani…

I giovani sono l’ossatura della Croce Rossa. In Italia abbiamo circa 160.000 volontari e quasi 40.000 sono giovani under 30. Danno un contributo enorme, non soltanto nelle attività, ma anche per l’analisi che forniscono dei nuovi scenari sociali, delle dinamiche, dei linguaggi e delle attuali forme di comunicazione.

Il volontariato

Come si diventa volontari della Croce Rossa?

Lo si diventa attraverso un corso molto breve, di circa 18 ore. Sono oltre 1000 le sedi in Italia dove, chi fosse interessato, può prendere informazioni. Noi lasciamo quasi a zero lo spazio all’improvvisazione: i nostri volontari, infatti, hanno una caratteristica, sono tutti estremamente formati. Perché il primo dovere di un volontario è quello di proteggere sé stesso.

 

 

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Intervista di Francesco Rocca, presidente CRI e IFRC, a TG2 "Lavori in corso"
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Dall'elezione a Presidente della Federazione Internazionale alle crisi globali, dagli esordi in Croce Rossa come volontario al ruolo dei Giovani nell'Associazione. Fino ai consigli per diventare volontario. Così la lunga intervista di TG2 "Lavori in corso" a Francesco Rocca, presidente CRI e IFRC.