Strage di proporzioni bibliche quella di Lampedusa del 3 ottobre 2013: un barcone di migranti andò a fuoco con 500 persone a bordo. Oltre 300 le vittime accertate. Non si può morire, nel terzo millennio, per fuggire dalla guerra e dalla fame. Lo sdegno e la rabbia di tutta la Croce Rossa italiana fu grande. 

I fatti del 3 ottobre 2013

Abbiamo assistito quest’oggi, a poche miglia dalle coste di Lampedusa, ad una strage di migranti di proporzioni bibliche, uno di quegli eventi che resteranno per sempre nella memoria collettiva. Un barcone è andato a fuoco. A bordo c’erano 500 persone e il bilancio è spaventoso: oltre 300 vittime, 155 sopravvissuti e i restanti dispersi.

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Il dolore e la rabbia

“E’ una tragedia che addolora tutta la Croce Rossa Italiana e che ci fa rabbia, perché non è possibile, nel terzo millennio, morire in questo modo per fuggire dalla guerra e dalla fame. Non mi fermerò mai nel denunciare lo sdegno di fronte a questi drammi, non cesserò mai di chiedere alle Istituzioni italiane ed europee un impegno concreto al fine di prevenirle: non si deve parlare di emergenze, i flussi migratori sono fenomeni da risolvere attraverso corridoi sicuri per chi scappa dai teatri bellici, dalla povertà e dal disagio. E’ inaccettabile piangere per le tragedie avvenute, bisogna lavorare affinché non accadano più”.

Necessità di revisione del sistema accoglienza

“Quello che è accaduto oggi è già avvenuto, ma noi non impariamo nulla dagli errori passati e ci facciamo cogliere sempre impreparati. E’ il sistema ad essere sbagliato, servono provvedimenti legislativi, un sistema ad hoc, come un presidio di intervento fisso e personale impegnato sempre. Ma, soprattutto, denuncio la totale assenza di politiche comunitarie. Se ci fosse un protocollo con la Ue, il canale umanitario non farebbe arrivare nessuno con i barconi. Risulta indispensabile uno sforzo a tutti i livelli, perché dobbiamo ripensare al sistema di accoglienza”.

La situazione di Lampedusa e dei superstiti

“Per quanto riguarda la situazione specifica di Lampedusa, dobbiamo lavorare per svuotare rapidamente il Centro di Accoglienza, che sta letteralmente collassando. I migranti vanno trasferiti, l’isola deve essere soltanto un punto di approdo sicuro, ma di passaggio. Ritengo poi sia necessario trattare con estrema sensibilità i superstiti della tragedia: questi uomini e donne, traumatizzati, vanno considerati come vulnerabili e seguiti in maniera particolare e prioritaria. Ho sentito voci, in queste ultime ore, secondo cui questi sfortunati esseri umani sarebbero indagati per immigrazione clandestina. Laddove la notizia venisse confermata, sarebbe la prova lampante dell’assoluta necessità di ripensamento di leggi e politica di accoglienza. A livello di convenzioni sottoscritte abbiamo affermato che questi migranti sono portatori di un diritto, e questo diritto deve essere riconosciuto, altrimenti suona ipocrita sottoscrivere le convenzioni stesse”.