I 7.800 volontari attivi della Mezzaluna Rossa siriana, che lavorano in stretta collaborazione con altri partner umanitari per supportare più di 5 milioni di persone ogni mese, rappresentano un punto di riferimento per la popolazione colpita da quasi sette anni di conflitto e rischiano quotidianamente la propria vita per raggiungere i più vulnerabili. Ecco perché nella missione appena conclusa in Siria, ho voluto rilanciare l’appello per l’accesso umanitario garantito e incondizionato, soprattutto nelle aree più difficili da raggiungere. Si tratta di un imperativo umanitario assoluto.
La prima missione come presidente della Federazione Internazionale
Lo scopo del mio viaggio è stato appunto quello di incontrare i volontari e il personale della Mezzaluna Rossa siriana e parlare direttamente con i più alti rappresentanti delle Istituzioni siriane, rinnovando la disponibilità ad aumentare le operazioni sul terreno e sottolineando l’urgente necessità dell’accesso nelle zone assediate e difficili da raggiungere, tra cui l’area di Ghouta, dove i civili stanno pagando un prezzo altissimo dovuto al conflitto in corso.
L’incontro con la Mezzaluna Rossa siriana
Sono rimasto molto colpito dal coraggio e dallo spirito di squadra dei volontari della Mezzaluna Rossa siriana che hanno dimostrato una capacità di resistenza senza precedenti, fornendo servizi umanitari e soccorso a milioni di persone che, in sette anni di duro conflitto, hanno sopportato sofferenze e perdite incommensurabili. A Damasco ho incontrato il presidente della Mezzaluna Rossa, Khaled Hboubati, e visitato i centri per gli sfollati da loro gestiti vicino alla capitale. Paradossalmente, anche se le aree sicure e senza scontri armati sono aumentate, i bisogni stanno aumentando, visto che aumenta anche il numero di persone che possiamo raggiungere. Se da una parte non possiamo diminuire le distribuzioni di beni di prima necessità, dall’altra è fondamentale iniziare a pensare a programmi sostenibili e di lunga durata, come quelli di distribuzione delle sementi per l’agricoltura e di capi di bestiame che stiamo portando avanti in alcune aree della Siria.
La crisi umanitaria siriana
La situazione rimane comunque molto difficile. Ci sono più di 13 milioni di persone in Siria che hanno ancora urgenti bisogni umanitari. Ogni giorno, migliaia di volontari forniscono cibo e assistenza sanitaria di emergenza alle comunità che hanno perso tutto e aiutano le persone a ricostruire la propria vita, attraverso un sostegno psicosociale e programmi sostenibili. Non solo salvano le vite, ma risultano essere un valido supporto al difficile compito della ricostruzione. Come ho detto più volte durante la missione, il volontariato è fondamentale per curare le ferite dell’anima e per la riconciliazione nelle comunità. Anche se la guerra finisse domani, oltre alla ricostruzione, c’è bisogno di dialogo e pace tra le persone e sono sicuro che, in un contesto del genere, i nostri volontari avranno un ruolo cruciale. Vedere i loro visi, i loro sguardi e ascoltare le loro idee per il futuro sono per me il più grande segnale di speranza per il futuro e fonte di ispirazione nella mia attività quotidiana.