Il continente africano è, per me, sempre stato un punto di riferimento nelle mie attività di volontariato negli anni. Ho fatto parte di tante missioni sul terreno per supportare le popolazioni locali e aiutare i più vulnerabili. In questi giorni sono in Kenya. Non è la prima che visito questa nazione: da molto tempo abbiamo una relazione fatta di cooperazione e amicizia con la Croce Rossa del Kenya.
L’emergenza Corno d’Africa nel 2011
Nel 2011, la Croce Rossa Italiana ha organizzato una missione di supporto alle popolazioni della regione del Turkana, nel nord-ovest del Kenya, al confine con Etiopia e Sud Sudan. La situazione era gravissima: le popolazioni locali morivano per malnutrizione, mancanza di cibo e acqua e i nostri volontari e operatori sono stati parte di una missione di soccorso indispensabile. Durante quella missione, ho pensato fosse importante andare a vedere con i miei occhi la situazione sul terreno e portare la solidarietà mia e della Croce Rossa Italiana alla consorella kenyota e alle popolazioni colpite dalla carestia.
Perché tornare in Kenya
A distanza di sei anni, la situazione drammaticamente è tornata a essere una catastrofe umanitaria. I cambiamenti climatici, l’insicurezza sociale, la violenza e la povertà nell’area dell’Africa centrale e orientale, hanno portato a una situazione di carestia che mette a rischio della vita più di 20 milioni di persone: in Kenya si stima in 3.5 milioni il numero delle persone che hanno bisogno di sostegno alimentare. Un’emergenza immensa che, purtroppo, non trova spazio sulle colonne dei nostri giornali e dei dibattiti dell’opinione pubblica occidentale. Eppure, c’è tanto, tantissimo da fare. Ecco perché ho voluto organizzare questa missione: accendere i riflettori su questa situazione e portare la mia e nostra vicinanza alla Croce Rossa del Kenya che, continua 24 ore su 24, la sua attività di soccorso in una situazione a dir poco complicata. Per questo incontrerò il segretario generale della Croce Rossa del Kenya, Abbas Gullet, insieme a volontari e operatori, ribadendo la vicinanza e il supporto della Croce Rossa Italiana.
La visita a Lamu e in Turkana
Durante la missione, visiterò, oltre ovviamente alla delegazione regionale della Croce Rossa Italiana che ha sede a Nairobi e che è coordinata da Eliana Del Bianco, il progetto di riduzione del danno nella regione costiera di Lamu, finalizzato a ridurre la mortalità derivante dall’abuso di droghe, attraverso un centro di riabilitazione sul modello di Villa Maraini. Poi, andrò a vedere la situazione in Turkana, una delle zone aride e semi-aride più povere e vulnerabili del Kenya. Quello che fa più male è vedere che, per l’ennesima volta, una parte dell’Africa è stata colpita da una carestia che quanto meno poteva essere mitigata e affrontata, prima di farla diventare un’emergenza umanitaria che colpisce vari Stati e milioni di persone.
Cosa possiamo fare
La Croce Rossa Italiana ha lanciato una campagna di raccolta fondi ( https://www.cri.it/carestia-africa-2017 ) per supportare le popolazioni colpite dalla carestia: questo è di fondamentale importanza per dare una risposta immediata ai bisogni dei più vulnerabili. Infine ritengo cruciale un lavoro sull’informazione della nostra opinione pubblica di quanto succede in questa parte del mondo: non si possono capire i fenomeni globali, come per esempio le migrazioni, se non si analizzano le cause. Non dobbiamo perdere questa occasione.
Photo Credit: Emil Helotie/Finnish Red Cross; Eliana Del Bianco/CRI