
“Le ondate di calore sono gli assassini silenziosi dei cambiamenti climatici”. Ad affermarlo è Francesco Rocca, Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi, in occasione del primo Heat Action Day, e alla quale ha partecipato insieme ai rappresentanti del C40 Cities – network di 97 città in tutto il mondo che intraprendono azioni urgenti per affrontare la crisi climatica – e agli esperti del Centro per il clima della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Le ondate di calore minacciano seriamente la vita di milioni di persone e stanno diventando più frequenti, lunghe, calde e letali, soprattutto nelle aree urbane. Ad essere in pericolo sono soprattutto i soggetti fragili, come neonati, anziani, persone con malattie croniche. Il modo più corretto per affrontare questo fenomeno è informare e fare prevenzione, due strategie possibili anche perché, come ha ribadito Rocca, “la maggior parte delle ondate di calore sono previste con giorni o settimane di anticipo, dando ampio tempo per agire in anticipo, proteggendo le persone più vulnerabili”. “Ci sono azioni semplici e a basso costo – ha concluso – che possono essere intraprese per prevenire morti inutili causate al caldo”.
“Le città devono prepararsi a periodi ancora più lunghi di caldo soffocante e le città con temperature più miti devono essere pronte ad affrontare livelli di caldo estremo a cui non sono abituate”, ha spiegato Amanda Ikert, Responsabile del programma Implementazione dell’Adattamento di C40 Cities. “L’obiettivo è quello di attivare una vera e propria ‘heat action’, iniziando dalle città più calde. Negli ultimi 10 anni il nostro impegno è rivolto ad implementare le misure per far fronte alle ondate di calore e, in generale, ai cambiamenti climatici. Stiamo inoltre promuovendo finanziamenti per sostenere imprese e pubblica amministrazione. Negli ultimi due anni abbiamo sottolineato l’importanza per ogni città di avere una vera e propria ‘heat strategy’ per aiutare le persone vulnerabili, ma anche per tutelare il sistema naturale del pianeta, ad iniziare dalla vegetazione, messa a dura prova dagli effetti sull’umidità causato dai cambiamenti del clima”.
Gli ultimi sette anni, dal 2015 al 2021, sono stati i più caldi mai registrati e quest’anno è già punitivo. I picchi di temperatura pericolosi per l’uomo sono stati osservati negli ultimi mesi in India, Pakistan, Asia orientale, Europa meridionale e, in questa settimana, negli Stati Uniti.