
In questi giorni sulla stampa si è arrivati a leggere titoloni con frasi del tenore di “Allarme ONG”, o ancora “Pericolo rosso nel Mar Mediterraneo”. Dal canto loro, le Organizzazioni non governative replicano che, ormai, il loro operato è stato totalmente demonizzato e sottoposto ad una gogna mediatica senza precedenti. Questo sta creando ancora più confusione rispetto a un tema, quello del salvataggio in mare di vite umane, delicatissimo e già in passato capace di accendere micce esplosive, nonché attivare pericolose forme di populismo giudiziario, speculazione politica e diffamazione. Intanto a pagarne sono loro, i migranti, quelle persone in fuga da guerra e fame. Nelle acque del Mediterraneo centrale la situazione è sempre più critica. A nessuno sembra importare davvero della vita o della morte di tanti.
La situazione libica
La Libia: altra “nota dolente”, per le cosiddette operazioni di “soccorso”, in realtà di cattura, svolte dalle motovedette locali anche in acque internazionali. Interventi che assumono le modalità ed hanno i risultati di veri e propri respingimenti collettivi, operati d’intesa con le autorità italiane. Una volta sbarcati in quel paese, che non ha nemmeno una stabilità politica (il potere in Libia è diviso tra tre differenti governi), è evidente che non vi siano garanzie sulle norme più elementari del diritto internazionale. Si parla di prigioni-lager e violenze quotidiane. L’ONU stesso ha chiaramente descritto centri di detenzione nei quali, tra le persone che vengono trattenute, non viene fatta alcuna distinzione tra chi avrebbe diritto alla protezione internazionale o allo status di rifugiato, rispetto ai migranti economici. Tutti subiscono lo stesso trattamento inumano. E quello che sta avvenendo è in palese violazione del diritto internazionale.
I responsabili e i passi necessari
I reali responsabili, in questa drammatica situazione, sono gli assenti: Europa in primis. E tutti quei politici che alimentano la paura, il terrore, la xenofobia. Il lavoro per ottenere risultati a lungo termine è lungo, prevede un impegno globale affinché la Libia si stabilizzi politicamente. Ma, nel frattempo, noi non possiamo bypassare i diritti inalienabili delle persone. A livello politico, l’Italia non può essere lasciata sola, come previsto dal global compact (che riguarda gli interventi nei paesi che originano migrazione), sempre che venga attuato alla lettera.
L’operato della Croce Rossa
Noi come Croce Rossa stiamo cementificando ogni giorno di più i rapporti con la Mezzaluna Rossa. Collaboriamo al massimo, per ora, ma nel momento in cui ci saranno le condizioni politiche per poter lavorare direttamente sul territorio, lo faremo. Il nostro obiettivo è operare lì, tuttavia, prima dobbiamo avere le condizioni di sicurezza per consentire il lavoro dei nostri operatori sanitari e umanitari in tutta sicurezza.
“Sii uno che apre le porte a coloro che vengono dopo di te, e non cercare di rendere l’universo un vicolo cieco”, scrisse Ralph Waldo Emerson. Non facciamo che il Mar Mediterraneo diventi il vicolo cieco di queste persone.
Photo credit Emiliano Albensi/Croce Rossa Italiana