
L’assenza è una voragine, un buco nero che risucchia la vita di “quelli che restano”, un incubo senza fine. Questo il dramma che vivono quotidianamente i familiari di una persona scomparsa. Anzi, visto il tema della giornata, di una persona fatta scomparire per ragioni politiche e/o sociali.
La giornata istituita dall’ONU
Sin dal 30 agosto 2011, infatti, l’ONU ha istituito la Giornata Mondiale delle persone scomparse, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei cosiddetti desaparecidos. Una tragedia che, oramai, si verifica in più regioni del pianeta ed è quindi diventata d’interesse mondiale. Ed è per questo che il Comitato Internazionale di Croce Rossa (ICRC) sollecita tutte le Società Nazionali alla celebrazione di una giornata che ci tocca molto da vicino: siamo estremamente preoccupati, infatti, per l’attacco diretto a chi difende diritti umani (compresi parenti, amici, avvocati e tutte le persone che si occupano di fare luce sulla scomparsa delle vittime in circostanze non chiare); ancora per l’atteggiamento di alcuni paesi impegnati nella lotta contro il terrorismo, che utilizzano questo status come scusante per non adempiere agli obblighi socio politici che ogni governo ha verso il suo popolo; infine, per l’impunibilità fortemente presente di chi pratica questo metodo repressivo. Non da ultimo, il gravissimo fenomeno correlato della scomparsa dei bambini e delle persone disabili. https://www.icrc.org/en/event/gone-not-forgotten-migrants-mothers-and-missing
La diffusione globale del fenomeno e la migrazione
Non possiamo sapere, ad oggi, quante persone sono scomparse nel nulla in tutto il mondo, ma sappiamo che questo problema ha interessato, o interessa, praticamente ogni paese. E non solo negli stati in guerra. Il mondo assiste al maggior numero di rifugiati dal 1945 e la migrazione è al massimo. Nessuno sa quante migliaia di persone scompaiono ogni anno durante i difficili viaggi in cerca di un futuro migliore, persone costrette ad affrontare percorsi pericolosi e fare scelte disperate. C’è una specifica e reale responsabilità legale per impedire alle persone di scomparire nel nulla. Canali sicuri per la migrazione e politiche efficaci in materia di asilo aiutano a impedire la perdita delle persone. Così come una specifica informazione finalizzata alla sicurezza, inclusa l’importanza di rimanere in contatto con le famiglie. Coloro che muoiono in viaggio possono rimanere non identificati per un tempo indefinito. Questo è inaccettabile per i defunti e traumatico per le loro famiglie. Individuare il destino delle persone scomparse è innanzitutto un atto umanitario.
Cosa possiamo fare
Possiamo ottimizzare il nostro lavoro, come richiede l’ICRC, raccogliendo sistematicamente i dati e coordinando i nostri sistemi. Possono essere contabilizzate più persone e possono essere impedite altre sparizioni. Ma non possiamo farlo da soli: è necessaria una vera e propria volontà politica. E’ indispensabile promuovere le migliori tutele legali affinché si possano fornire risposte alle famiglie. Sono necessari quadri giuridici e istituzionali per farlo, e questi dovrebbero essere stabiliti preventivamente, anche in tempo di pace. Gli scomparsi e i morti non dovrebbero perdere la loro identità, questo è un minimo e doveroso atto di civiltà.
Photo Credit: ICRC