
Lunga intervista di “Vatican News” a Francesco Rocca, presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) di ritorno dalla recente missione in Niger, importante crocevia africano dei flussi migratori. Al centro della visita, la verifica delle condizioni umanitarie, il sostegno allo sviluppo e la pianificazione di nuovi interventi insieme alle autorità locali.
La situazione attuale in Niger
Il Paese della fascia del Sahel, spiega l’intervistatore, oggi rappresenta un vero e proprio “collo di bottiglia” dei flussi migratori che attraversano il deserto africano, visto che il loro viaggio viene bloccato qui dalle autorità locali, rendendo di fatto impossibile a queste persone tornare indietro o andare avanti. Tutto ciò avviene in un Paese dove oltre un milione e 400mila persone hanno bisogno di assistenza alimentare e mentre il centro di transito di Agadez, nel Niger centrale, ha raggiunto una capienza limite.
Migliaia di persone bloccate in un limbo
Ecco perché Francesco Rocca ha visitato proprio le località del Niger interessate dai grandi flussi migratori. “La visita a Agadez mi ha provato molto – spiega il presidente IFRC ai microfoni della testata vaticana – perché, oltre ad essere la porta verso la Libia, sono migliaia le persone che restano bloccate in questo limbo, e che ovviamente si trovano senza una via di uscita”. Rocca ha poi spiegato anche i problemi di convivenza tra la popolazione locale e la pressione delle persone migranti che “può essere fonte di ulteriori tensioni” ed ha, inoltre, riferito che non accennano a diminuire i flussi che “vengono prevalentemente dai Paesi dell’Africa occidentale: Nigeria, Gambia, Senegal, Guinea Conakry e Sudan”.
Oltre la sicurezza serve lo sviluppo
Secondo Francesco Rocca, questo è segno che non è soltanto in termini di sicurezza che va affrontato il problema. “Dobbiamo essere consapevoli della necessità di fare di più in termini di cooperazione e sviluppo, non mi sembra che sia più ritornato il tema ‘dell’aiutiamoli a casa loro’, degli investimenti”. “Nessun africano – conclude il presidente IFRC – è contento di lasciare la propria casa. Chi proviene da quel continente non ha certo dei sentimenti diversi rispetto alla propria casa, famiglia, genitori, figli e luoghi dell’infanzia e delle radici”.
Per leggere l’intervista o ascoltare il podcast http://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2018-03/niger–visita-di-rocca–presidente-della-croce-rossa.html
Photo credit: Tommaso Della Longa/CRI