Le ho definite più volte “killer silenziosi”, perché di fatto questo sono. E non si tratta di un fenomeno lontano ma vicino, che riguarda anche il nostro Paese e potrebbe colpire i nostri cari. Eppure si parla poco delle ondate di calore, eventi meteorologici estremi che si sono tradotti, nell’ultimo ventennio, in uno dei pericoli naturali più mortali per l’umanità e la cui minaccia diventerà più seria e diffusa man mano che la crisi climatica continua.
Le linee guida
Tuttavia, il dato positivo è che le ondate di calore sono anche prevedibili e prevenibili. Le azioni che le autorità possono intraprendere per salvare vite umane e ridurre significativamente la sofferenza sono facili e accessibili. Ecco perché ho voluto presentare le nuove linee guida del Movimento, “Heatwave Guide for Cities del Red Cross Red Crescent Climate Center”, nella sede internazionale più prestigiosa, il quartier generale dell’Onu a New York. Il documento offre agli urbanisti e alle autorità cittadine un autorevole riassunto delle azioni che possono intraprendere.
I dati allarmanti
Dal 2001 si è toccato il record della temperatura globale più alta. Diverse ondate di calore gravi hanno ucciso decine di migliaia di persone in tutto il mondo durante questo periodo. Per fare solo degli esempi, l’ondata di caldo del 2015 in India ha causato circa 2.500 vittime, o ancora quella del 2003 in tutta Europa ha portato a più di 70.000 morti.
I soggetti a rischio
Le persone maggiormente a rischio sono quelle con vulnerabilità preesistenti, compresi gli anziani, i bambini, le donne incinte e le persone socialmente isolate.
Cosa fare
5 miliardi di persone vivono in regioni dove il caldo estremo può essere previsto in anticipo di giorni o settimane. Esempi di azioni che le città possono intraprendere includono la creazione di sistemi per avvisare le persone sui periodi di caldo estremo previsti; rafforzare i sistemi sanitari per ridurre il rischio di essere sopraffatti durante una crisi di caldo; condurre campagne di sensibilizzazione delle comunità; istituire centri di raffreddamento/linee telefoniche di assistenza per le persone vulnerabili che hanno bisogno di aiuto e supporto; “ecologizzare” città e centri urbani, ad esempio piantando alberi, proteggendo gli spazi verdi aperti e introducendo zone senza auto. È fondamentale che tutti sappiano come prepararsi a limitarne l’impatto e dobbiamo agire, ora.