
Ancora non ci sono dati ufficiali, forse non ci saranno mai. L’unica certezza è che in un giorno di festa come quello dell’Epifania, i volontari della Croce Rossa Italiana sono stati – come sempre – in prima linea a Catania per accogliere i sopravvissuti del primo naufragio del 2018, avvenuto sulle coste libiche, una quarantina di miglia a nord di Tripoli. A bordo della nave Diciotti, anche le salme di 8 donne.
La ricostruzione dei fatti
Secondo le testimonianze raccolte al momento della partenza il gommone, che poi è naufragato, trasportava 150 persone. L’unica certezza è che la Guardia Costiera ha recuperato, nell’area dell’incidente, otto cadaveri e 86 superstiti. Le indagini sono tuttora in corso.
La Libia
Questo “incidente” è avvenuto nelle acque di un Paese, la Libia, che non ha alcuna stabilità politica: è evidente che, in tale situazione, non vi siano garanzie sulle norme più elementari del diritto internazionale. Si parla infatti di prigioni-lager e violenze quotidiane dove tutti subiscono lo stesso trattamento inumano. Il lavoro per ottenere risultati a lungo termine ed evitare altri morti è lungo, prevede un impegno globale affinché la Libia si stabilizzi politicamente. Ma, nel frattempo, noi non possiamo bypassare le necessità delle persone. A livello politico, l’Italia non può essere lasciata sola, come previsto dal global compact (che riguarda gli interventi nei paesi che originano migrazione), sempre che venga attuato alla lettera. Noi, come Croce Rossa Italiana, stiamo cementificando ogni giorno di più i rapporti con la Mezzaluna Rossa libica.
Il fenomeno migratorio globale
L’ennesimo tragico bollettino quello di Catania. Un dramma che mi porta, anche in virtù del nuovo ruolo di presidente della Federazione delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, ad una riflessione più ampia. Il fenomeno migratorio viene trattato mediaticamente dal punto di vista sbagliato: si parla di numeri e non di persone. La percezione collettiva sulla questione è la prima cosa da cambiare. Perché il fenomeno continuerà per anni e deve essere visto per quel che veramente è.
Le cause
Violenza, guerra, conflitti dimenticati, insieme alla fame, la povertà e un incremento degli eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici, infatti, stanno contribuendo in maniera importante all’aumento del fenomeno migratorio. La soluzione vera? Occorre investire nella sicurezza alimentare e nello sviluppo.
La necessità di un’azione internazionale
I governi di tutto il mondo devono intervenire in maniera costruttiva e fare pressione affinché si arrivi a soluzioni definitive per conflitti logoranti, in atto già da troppo tempo. Non possiamo voltare la testa dall’altra parte e nemmeno meravigliarci, poi, che queste persone decidano di rischiare tutto per cercare di vivere una vita degna di questo nome.
Quello che facciamo
Voglio chiudere questa riflessione ringraziando ancora una volta loro, i volontari della Croce Rossa Italiana. Dai porti ai centri di accoglienza, passando per i “Safe Point”, gli operatori e i volontari di CRI rivolgono costantemente la loro attenzione ai bisogni delle persone. Assistenza sanitaria, generi di conforto, supporto psicologico e tutela del diritto alla famiglia sono solo i principali servizi che la CRI garantisce ogni giorno ai migranti che approdano sulle nostre coste. Ma tutto questo non basta, senza una precisa volontà di raccontare le cose come stanno e avere il coraggio di scelte politiche a livello mondiale che mettano al primo posto l’Umanità e non il profitto.
Photo credit: Comitato CRI Catania