
Una lunga riflessione, quella di Francesco Rocca, presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), in missione in Niger su Devex, riguardo la protezione della dignità delle persone migranti.
Le sfide umanitarie del presidente IFRC
“Quando sono stato eletto presidente della Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa alla fine dell’anno scorso – inizia così l’articolo di Francesco Rocca – un giornalista mi ha detto che stavo assumendo questo ruolo nel peggior momento possibile. Non sono d’accordo. I bisogni umanitari del mondo sono ai massimi livelli e c’è un crescente disprezzo per le leggi e le norme del settore. Questo è il momento in cui la mia voce e il mio servizio umanitario – e quelli dei 14 milioni di volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in tutto il mondo – sono più necessari. Ed è proprio il momento giusto per parlare della protezione e della dignità delle persone che vivono nel peggiore dei tempi”.
Le migrazioni oggi
L’analisi continua con alcune considerazioni sui fenomeni migratori globali e i circa 260 milioni di migranti nel mondo, un numero maggiore della popolazione del Brasile, e solo leggermente inferiore a quella dell’Indonesia. “Mentre molti sono emigrati in cerca di una vita migliore – spiega Rocca – come hanno fatto tante popolazioni nel corso della storia, uno su tre oggi fugge per salvaguardare la propria vita. Le Nazioni Unite stimano che oltre 65 milioni di persone nel mondo siano state costrette a scappare da persecuzioni, conflitti armati e violenze”.
L’opinione pubblica sul fenomeno migratorio
Francesco Rocca ricorda poi che la migrazione ha sempre polarizzato il discorso pubblico, ma il calore e la rabbia che vediamo oggi sono davvero allarmanti. Definisce il tema divisivo, tossico. “Ma se scegliamo di guardare alle persone e non alla politica, a chiederci perché desideriamo trattare diversamente i migranti rispetto a come ci aspetteremmo di essere trattati noi stessi nella stessa condizione – riflette il presidente IFRC– credo che possiamo trovare un terreno comune”. E sottolinea che collettiva è (o dovrebbe essere) l’indignazione verso la violenza, gli abusi e la morte cui troppo spesso vanno incontro le persone che migrano. “Credo che possiamo essere d’accordo sul fatto che nessuno dovrebbe annegare nel Mediterraneo, morire di fame nel Sahara, essere esposto a violenza brutale o essere venduto come schiavo. Nemmeno si può biasimare l’idea che tutte le persone migranti dovrebbero avere accesso ai servizi di base, compresa l’assistenza umanitaria e la protezione. E, sicuramente, siamo tutti d’accordo sul fatto che i bambini particolarmente vulnerabili, vittime di torture e tratta, le donne incinte, le persone con disabilità e quelle anziane, dovrebbero essere trattate con particolare gentilezza e cura”.
Il messaggio ai governi
Questo mese, spiega in chiusura dell’articolo Francesco Rocca, gli stati membri dell’ONU si incontreranno a New York per iniziare i negoziati su un Global Compact per la migrazione sicura, ordinata e regolare. “Si tratta di un’opportunità per sviluppare un nuovo approccio globale alla migrazione che speriamo sia più efficace e più umano. La posizione della Federazione Internazionale che presiedo tenderà a ribadire che ogni paese è responsabile della protezione delle persone, indipendentemente dal loro status. Il nostro messaggio ai governi sarà semplice: salvare vite e proteggere la dignità. Il nostro messaggio riguarda l’umanità”.
Photo credit: Tommaso Della Longa/CRI