Grande accoglienza ci è stata riservata in Centro America, in occasione della visita alla Croce Rossa dell’El Salvador e in Guatemala. In questi contesti delicati abbiamo avviato un progetto per togliere dalla strada i giovani, perché la vulnerabilità sociale è una delle nuove “Solferino del Terzo Millennio” e come Croce Rossa Italiana vogliamo continuare a supportare questo progetto che riteniamo un efficace esempio di cooperazione.
Il viaggio a El Salvador e in Guatemala
Ricordo con grande affetto la calorosa accoglienza riservatami in Centro America, a El Salvador e in Guatemala, quest’ultimo un paese che, nel passato recente, ha subito una sanguinaria guerra civile e ancora oggi vive problemi causati da gang violentissime, chiamate “maras”. Il primo giorno di visita, non a caso, è stato durante la ricorrenza della Giornata Mondiale Umanitaria: un momento importante per operatori e volontari che è stato così festeggiato nella concretezza dell’attività sul campo.
Le parole del presidente Ruiz Rodas
Non dimenticherò mai le parole di Benjamín Ruiz Rodas, presidente della Croce Rossa dell’El Salvador: “Sei il primo presidente di una società nazionale europea a farci visita in 128 anni, ne siamo onorati e soprattutto vogliamo ringraziare te e la Croce Rossa Italiana per quanto sta facendo qui in El Salvador con noi”.
Il progetto OIS
Viste le difficili condizioni sociali la CRI, dal 2011, ha voluto costruire con la Consorella locale un progetto per favorire “opportunità per l’inclusione sociale dei giovani e delle loro famiglie” (OIS). L’iniziativa è stata in seguito supportata da un consorzio, sostenuto anche dal Comitato Internazionale e dalle Croce Rossa di Norvegia e Svizzera. Obiettivo: togliere dalla strada i giovani, evitando che finiscano nelle mani della criminalità, fornendogli strumenti e possibilità per prendere una strada diversa, nuova, di consapevolezza. Nel momento della mia visita il progetto godeva di 400 beneficiari diretti e più di 2000 indiretti. Il tutto nasceva dall’idea di lavorare non solo con i giovani (tra i 10 e i 25 anni) ma anche con insegnanti e famiglie e, soprattutto, lavorando sull’autostima dei ragazzi e sulla loro capacità di essere centrali nella società. Un modo concreto per dire in questo modo “no alla violenza e alla criminalità”. La vulnerabilità sociale è una delle nuove “Solferino del Terzo Millennio e come Croce Rossa Italiana vogliamo continuare a supportare questo progetto che riteniamo un esempio di cooperazione.
Le attività proposte
Gruppi di appoggio familiare, comunità giovanili, gruppi tematici (autostima, sessualità, alcolismo, droga, violenza sociale), accompagnamento psicologico, corsi di musica, spazi sportivi, volontariato, ma anche formazione e avvicinamento alle professioni. Queste sono alcune delle attività proposte. Nel progetto si è cercato di dare una strada professionale ai giovani. Punto focale, poi, la sinergia tra comunità e istituzioni locali.