“Strenghtening cooperation on migration and refugee movements in the perspective of the development agenda”, questo il titolo del summit sulle migrazioni, tenutosi nel settembre del 2015 a New York, dove Francesco Rocca ha ricordato il dovere dell’Europa di aiutare l’essere umano che fugge, invece di costruire muri e steccati che non risolvono la situazione. E’ stato anche presente ad un incontro sulla crisi siriana.

Il summit sulle migrazioni di New York

Il 30 settembre del 2015, in occasione del summit sulle migrazioni “Strenghtening cooperation on migration and refugee movements in the perspective of the development agenda”, tenutosi a New York nell’ambito della 70esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite e presieduto dal Segretario Generale ONU Ban Ki-Moon, hanno partecipato Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana e Vice Presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, e il Presidente Rosario Valastro, del Comitato Regionale della CRI della Sicilia, presidio umanitario che, ininterrottamente da anni, assicura l’accoglienza allo sbarco di migliaia di migranti.

 

L’intervento di Francesco Rocca al side event “Strenghtening cooperation on migration and refugee movemens in the perspective of the development agenda”

Segretario Generale, Eccellenze, Signore e Signori,

è un onore rivolgermi a voi in questo incontro convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite per mobilitare una risposta umanitaria alla crisi di migranti e rifugiati. Questo incontro non poteva essere più tempestivo. Infatti, mentre sono qui a parlare con voi, famiglie disperate in fuga da conflitti, persecuzioni e situazioni di insicurezza attraversano il Mediterraneo cercando di recuperare per sé e per i propri figli ciò che di più caro hanno perso, ossia la loro dignità umana.

Alcuni ce la fanno, molti altri no. Aylan Kurdi non è stato il primo bambino a morire sulle nostre coste e, a meno che molte politiche non cambino radicalmente, mi dispiace dire che Aylan non sarà l’ultimo piccolo corpo freddo a macchiare la nostra umanità. Come Croce Rossa Italiana ne abbiamo visti troppi di questi piccoli corpi. I volontari più giovani sono spesso coloro che li raccolgono e cercano di consolare i genitori disperati con le parole, in momenti in cui le parole non hanno significato.

Qualche mese fa sono venuto qui a New York per incontrare il SG Ban Ki Moon e, in quell’occasione, parlai del movimento di persone che avrebbe interessato la rotta dei Balcani e l’Europa orientale. Tutti coloro che operano in prima linea sapevano che si sarebbe potuta verificare questa situazione.

L’Europa, invece di prestare ascolto alla nostra richiesta di una risposta umanitaria urgente, ha costruito muri e chiuso i confini. Invece di fornire strade legali alla migrazione e di adeguare i sistemi e le strutture di registrazione, la cosiddetta sicurezza alle frontiere ha avuto la priorità rispetto all’obbligo di proteggere e di aiutare le persone bisognose.

Accolgo con favore l’annuncio che gli Stati membri dell’Unione Europea abbiano deciso di redistribuire 160.000 persone. Ma questo non è sufficiente. Il flusso di migranti e rifugiati potrebbe rallentare per le frontiere chiuse e per l’arrivo del freddo, ma è necessario trovare una soluzione a lungo termine per questa crisi inaccettabile e del tutto prevedibile.

Da parte nostra, la FICR e la sue Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa incrementeranno la risposta per assistere e proteggere le persone vulnerabili in movimento in 25 paesi di origine, di transito e di destinazione. Inoltre, abbiamo anche lanciato una campagna per sollecitare tutti – governi, opinione pubblica, media, leader – a “proteggere l’umanità e fermare l’indifferenza”.

Ogni migrante e rifugiato è prima di tutto un essere umano; i suoi diritti umani devono essere rispettati e gli deve essere assicurata la protezione garantita dal diritto internazionale.

Non una madre di più dovrebbe perdere il suo bambino nel Mediterraneo nel cuore della notte.

Grazie.

La riunione sulla Siria

Sempre alle Nazioni Unite, il Presidente della CRI ha partecipato anche alla riunione sulla Siria, il giorno precedente, il 29 settembre. In quell’occasione ha ricordato le dichiarazioni dell’inviato speciale dell’Onu per la Siria, De Mistura, che nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme di oltre sei milioni di persone pronte a muoversi dal paese martoriato, dove si vive in condizioni disperate, in palazzine abbandonate senza acqua o elettricità. Rocca ha voluto sottolineare che la maggior parte dei profughi che stanno arrivando in Europa in Siria erano benestanti. Non si può pensare di dare loro soltanto una tenda e del cibo, ma serve una prospettiva di vita, se non c’è una fine certa al conflitto queste persone cercheranno di muoversi e di trovare fortuna altrove”.