Lo ricorderò per sempre come uno dei viaggi più complessi che abbia mai affrontato. Pur essendo stato in numerose zone di conflitto e di povertà estrema, infatti, ogni volta è come se fosse la prima. Perché non ci si può abituare alla devastazione, alla miseria, alla privazione dei diritti umani.
La situazione a Makallè
A Makallè, in Tigray, la situazione è al limite: mancano cibo, medicine e tanti, troppi servizi. Moltissimi bambini vivono in condizioni terribili. Sono migliaia e migliaia le persone scappate dalle zone di conflitto e che adesso si trovano in campi per gli sfollati interni, costretti ad affrontare condizioni di vita disumane: tutti gli ospiti sono malnutriti, spesso separati dai familiari e senza la possibilità di essere curati. I rifugiati sono costretti a vivere anche in trenta in una stanza, lontani non solo dalle norme di distanziamento imposte dalla pandemia di COVID-19, ma anche dalle minime condizioni igieniche. Tutto questo è inaccettabile.
L’appello
Ho lanciato un appello alle parti coinvolte nella guerra civile civile scoppiata nello Stato regionale etiope del Tigrè lo scorso 4 novembre, affinché sia consentito un accesso umanitario sicuro e illimitato. Chiediamo, innanzitutto, che vengano rispettati i nostri operatori umanitari, il personale e le strutture sanitarie. E che sia reso possibile portare aiuti in condizioni di sicurezza.
La Croce Rossa Etiope
I volontari della Croce Rossa Etiope stanno letteralmente dando la loro vita per far fronte alle crescenti necessità, ma hanno bisogno di supporto. Mi impegno, non solo come Presidente ma come essere umano, a gettare il cuore oltre l’ostacolo per far fronte ai bisogni delle comunità di questo territorio. È necessario che l’azione umanitaria si intensifichi subito.
I numeri del dramma in atto
Oltretutto, sappiamo che la situazione nelle aree rurali è peggiore rispetto a quella che ho potuto constatare a Makallè. Gli ospedali non sono funzionanti perché saccheggiati e distrutti durante il conflitto. Secondo la Croce Rossa Etiope più di 2,6 milioni di persone nel Tigrè e nelle regioni adiacenti necessitano di assistenza umanitaria, di cibo e generi di prima necessità: dall’acqua ai servizi igienici, fino alle forniture mediche. E bisogna tener conto che l’80 per cento delle aree in questione sono inaccessibili. La stima degli sfollati interni etiopi, aggiornata alla fine di gennaio 2021, è di circa 200 mila persone. Da adesso ci daremo da fare per sostenere la Croce Rossa etiope nel duro lavoro che sta portando avanti. Attraverso gli aiuti internazionali stimiamo di raggiungere oltre 650 mila persone. Anche la Croce Rossa Italiana è già al lavoro per sostenere la consorella con progetti di cooperazione decentrata e aiuti in beni.
Quello che non scorderò mai
Quello che non scorderò mai e che mi fa sperare nel futuro, è il sorriso – nonostante tutto – dei bambini etiopi. Stiamo vivendo una pandemia globale, è vero, ma non dobbiamo far venir meno la nostra umanità. Ce lo ricordano quei volti innocenti che riescono – come solo i bambini sanno fare – a guardare oltre all’orrore.
Da blog su Huffington Post