Francesco Rocca ricorda Edda Cattich ad un anno dalla scomparsa

L’individuo muore, l’Esempio è eterno. Con questa certezza voglio ricordare una grande donna, a un anno dalla sua scomparsa: Edda Cattich, Medaglia d’Oro della Croce Rossa Italiana, fulgido esempio dello spirito del nostro Movimento.

Il passato da esule giuliano-dalmata

Ci tengo innanzitutto a raccontare la sua storia personale, perché la donna forte e sorridente che ho impressa nella mente ha vissuto un incubo inimmaginabile: è stata, infatti, come oltre 350.000 italiani alla fine della seconda Guerra Mondiale, un’esule. Nata a Zara il 25 dicembre 1922, ha conosciuto la tragedia della guerra nel confine orientale d’Italia, l’orrore delle foibe e il conseguente esodo degli italiani giuliano-dalmati. “La vita rovesciata”, così definiva quello che era accaduto a lei e alla sua famiglia. Nostri connazionali cacciati dalle proprie case e dalla loro terra divenuta, nel frattempo, Jugoslavia per un trattato tra potenze, fatto sulla pelle dei civili. Ritengo sia stato proprio questo orrore il “motore propulsore” della sua azione futura: Edda seppe trasformare, infatti, quel dolore in azione, la “vita rovesciata” in un cammino a “senso unico” al servizio degli altri, attraverso la Croce Rossa. Tanto che, negli anni ’90, portò aiuto ai profughi del conflitto dei Balcani. Il cerchio, così, si chiude nella maniera più luminosa possibile: attraverso la solidarietà e l’aiuto ai più vulnerabili che lei ben conosceva perché, a sua volta, lo era stata. Non poteva fare suoi i principi di Henry Dunant, in maniera più concreta.

Il cursus honorum di Edda Cattich all’interno della CRI

Il suo cursus honorum all’interno della nostra Associazione è il quadro di una storia fatta di abnegazione, spirito di sacrificio, disponibilità verso chi soffre. Edda Cattich è stata un punto di riferimento per i volontari, a livello locale e nazionale. Voglio ricordare, perciò, le parole con cui, nel 2010, abbiamo motivato la decisione di conferirle la Medaglia d’Oro con Diploma al merito: “Esempio ineguagliabile di fedeltà e amore verso la Croce Rossa Italiana. In oltre quarant’anni di attività, facendo onore ai sette principi fondanti la nostra Associazione, ha contribuito in maniera esemplare alla vita e alla crescita della Croce Rossa Italiana. Grande Donna e Grande Amica di ogni volontario”.

Il ricordo personale di un’amica

Ma ci tengo anche a condividere il mio ricordo personale dell’amica Edda, la sua dolcezza e i nostri incontri che sono stati, sono e saranno, fonte di ispirazione per la mia azione quotidiana, dentro e fuori la Croce Rossa. E soprattutto ora, con l’incarico di presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Chissà cosa avrebbe detto e quali consigli preziosi mi avrebbe dato. Certamente sarebbe stata lieta di un successo che è, come ho sempre detto, il riconoscimento per il lavoro appassionato dei nostri oltre 160.000 volontari.

La passione

La passione. Sì, quella è stata alla base del percorso come volontaria di Edda. Ed è ciò che dà senso alla vita. “La Croce Rossa è stata ed è il mio più grande amore, come una malattia dalla quale non si può guarire”. Grazie Edda per come, con questo fuoco immenso, hai saputo illuminare e scaldare tutti noi. Non ti scorderemo, mai.